Realizzare una brochure può sembrare banale anche a Torino, basta tirare giù un titolo due scritte, farsi dare le immagini dal cliente o scaricarle da internet (anche se sono a 72 dpi di un centimetro per un centimetro) assemblare il tutto con un programma qualsiasi su PC o sul MAC portatile e dare il file di stampa al tipografo dietro l'angolo che le monta in plancia con altri 75 lavori dalle cromie diametralmente opposte.
Purtroppo non è così, forse è anche per questo motivo che il pieghevole o la brochure del vostro concorrente vi viene mostrato come esempio dai clienti. Avete presenti quei pieghevoli/brochure tristi? Con le ante imbarcate, che tendono ad aprirsi anche da chiusi? Forse bisognava tener conto del senso di fibra della carta in fase di progettazione?
E quei testi con giustezza piena a due millimetri dal rifilio della pagina, belli vero? Vanno molto di moda da qualche tempo. Per non parlare delle immagini, sporche scure, pixellate o scontornate alla cassius, tanto da sembrare quei collage che facevamo all'asilo (erano più belli i collage dell' asilo). Mi ricordo all'inizio della mia carriera quei clienti che rispondevano:
- "Devo risparmiare tanto per quello che deve fare va benissimo così"
Sicuramente... com'è la stessa cosa presentarsi in giacca e cravatta o con le pezze al culo dal cliente, per quello che deve fare va benissimo così, trasandato e puzzolente.
Non stupitevi se i vostri pochi soldi sembreranno sprecati, (...tanto per quello che serve va bene così) invece di disperderli in mille inutili progetti realizzatene uno solo, ma valido!
Nel mestiere della comunicazione non ci si può improvvisare, studio, gavetta, esperienza, e non si finisce mai di imparare anche dopo 30 anni di lavoro.